Nato a Torino nel 1846 da una famiglia umile, trascorre a Chieri i primi anni della sua vita.
Nel 1870 si laurea a pieni voti in Medicina poi diventa ufficiale medico. Terminata questa parentesi trascorre alcuni periodi di studio a Firenze, Lipsia e Parigi dove ha la possibilità di frequentare i migliori laboratori sperimentali di fisiologia del tempo. Tornato a Torino nel 1875 diventa professore di Materia Medica (equivalente all’attuale Farmacologia) e a soli 33 anni ottiene la cattedra di Fisiologia, lasciata libera dal suo maestro Jacob Moleschott che si trasferisce a Roma.
L’Istituto da lui diretto e il suo laboratorio vivono un periodo di grande attività, diventa un vero e proprio vivaio per giovani ricercatori e numerosi sono gli ambiti di ricerca sviluppati dal professore con moltissime pubblicazioni. Famosi in tutto l’ambiente scientifico i suoi studi sulla circolazione del sangue a livello cerebrale, sulla paura, sulla fatica e sull’adattamento dell’organismo in alta quota. A tal proposito organizza delle campagne di studio in estate ad oltre 4500 metri di quota sul Monte Rosa, alla capanna Margherita, e poi al Col d’Olen, a 3000 metri, dove viene costruito con finalità di studio un istituto che porterà il suo nome e che si può visitare ancora oggi.
Angelo Mosso fu il primo studioso ad applicare in Italia il metodo grafico che permetteva di registrare dei fenomeni fisiologi e quindi mantenerne traccia e memoria delle ricerche. Ciò fu possibile con l’uso dei chimografi, dei tamburi metallici che potevano ruotare a velocità costante grazie a meccanismi ad orologeria. Erano ricoperti con fogli affumicati dove pennini potevano tracciare i fenomeni fisiologici grattando via il nerofumo. Angelo Mosso fu particolarmente abile nei lavori manuali, forse anche grazie all’esperienza vissuta fin da bambino nella bottega del padre che era un falegname, ed ebbe una particolare passione nel costruire da sé strumenti adatti a completare i suoi studi. Molti di questi fecero scuola, si diffusero in molti laboratori e furono poi modificati da altri studiosi. Ricordiamo i principali: il pletismografo, per misurar le variazioni di volume dei vasi sanguigni, lo sfigmomanometro, per la pressione sanguigna, lo pneumografo per i movimenti respiratori, l’ergografo per la fatica muscolare, la bilancia umana per mettere in relazione la circolazione sanguigna e l’attività cerebrale e il miotonometro per misurare la tonicità muscolare. Notevole fu anche il suo impegno per la diffusione a tutti i livelli dell’educazione fisica. Fu per due anni (1899-1900) Rettore dell’Università di Torino e nel 1904 venne nominato senatore del Regno d’Italia. Nello stesso anno si ammalò gravemente: i medici gli consigliarono di abbandonare il lavoro, di riposare e di trasferirsi in luoghi con un clima più favorevole. Angelo Mosso non si diede per vinto, soggiornò in parte a Creta e poi nel sud d’Italia dove condusse degli scavi archeologici per studiare le origini della civiltà mediterranea. Morì a Torino nel 1910. Molti strumenti da lui ideati e utilizzati sono conservati presso l’Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino (ASTUT), così come molti materiali d’archivio e fotografici.