Edoardo Perroncito nacque a Viale d’Asti nel 1847.

Dopo la laurea in medicina veterinaria, brillantemente conseguita a venti anni, fu dapprima veterinario municipale a Torino e a soli ventisette anni, veniva nominato professore ordinario di Anatomia Patologica.  Egli fu uno studioso eclettico e, accanto alla patologia animale, si dedicò a indagini di tipo microbiologico e parassitologico. Le sue ricerche in quest’ultimo campo lo portarono nel 1879 ad assumere anche la cattedra di parassitologia, la prima istituita in Italia, presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino.

Microscopio utilizzato da Perroncito conservato presso il Museo di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1897 ebbe occasione di studiare la grave anemia che colpiva un grandissimo numero di minatori occupati nello scavo della galleria del San Gottardo: una volta scoperto che era causata da un verme, l’Ancylostoma duodenalis, che si annidava nel duodeno dell’uomo, proseguì rapidamente la sua ricerca individuando, con test in vitro e con l’aiuto del microscopio, la particolare azione vermicida svolta dall’estratto etereo di felce maschio e lo provò subito sui suoi pazienti che ritornarono in breve tempo in ottima salute: in pochi anni la terribile malattia dei minatori  fu debellata.

Esemplare di Ancylostoma duodenalis della raccolta Perroncito conservata presso il Museo di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino

 

Inaugurazione del traforo del s. Gottardo nel 1882

Lapide che ricorda i lavoratori caduti durante la costruzione del traforo del s. Gottardo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se questa fu senz’altro la tappa più importante della  sua carriera scientifica, che lo rese famoso in tutto il mondo, altre ne seguirono di non meno valide, in particolare legate alle sue attività nel campo della microbiologia, dell’igiene e della profilassi. Ad esempio ebbe l’incarico dal governo italiano di  valutare le esperienze di Louis Pasteur e di fondare a Torino nel 1887 il “Laboratorio Pasteur” per la produzione di un vaccino contro il carbonchio, altra grave patologia che colpiva l’uomo e il bestiame.

Perroncito non limitò i suoi studi all’uomo ed ai classici animali di interesse veterinario ma dedicò molta attenzione alle malattie ed alle tecniche di allevamento delle api e soprattutto dei bachi da seta così importante a quei tempi nell’economia italiana: grazie al microscopio insegnò infatti agli allevatori a riconoscere e selezionare le uova affette da parassiti o da altre patologie. A Torino aveva fondato nel  1869 l’Istituto Bacologico Italiano e  nel 1884 il Museo Nazionale di Bacologia e Sericoltura che si trasformò in Museo di Apicoltura e Bachicoltura nel 1911, ospitato nelle stanze della villa Pasteur posseduta dal professore a Cavoretto. Questa interessante ed originale avventura sarebbe terminata nel 1931 quando il museo occupava parte dell’ex convento al Monte dei Cappuccini.

Morì nel 1936 e venne sepolto a Pavia accanto alla tomba del figlio Aldo, patologo dell’Università di Pavia, morto a soli 47 anni nel 1929.